Storia del Comune
Barrafranca è un centro agricolo di circa tredicimila abitanti, posto su un territorio collinare sul versante sud-ovest dei monti Erei a circa 25 Km.
Il paese posto a 447 m. sul livello del mare si estende su di un colle pianeggiante che sta a fulcro di un vasta conca da cui si dipartono numerose vallate, che in passato furono altrettante vie di comunicazione.
L’insediamento urbano si è ingrandito e sviluppato sul preesistente centro abitato della medievale Convicino. Esso insiste, secondo alcuni storici, su preesistenze archeologiche che sono state identificate con la siculo-greca Hibla Galeota e con la romana Calloniana, mansio posta lungo Itinerarium Antonini. Sparsi un po’ il tutto il territorio, infatti, sono stati trovati reperti di varie epoche, che vanno dal neolitico al periodo siculo e a quello greco-romano.
Difficile stabilire la data della fondazione di Convicino, anche perché il nucleo urbano non si costituì in un solo sito, ma era sparso lungo tutto il territorio, in quanto formato da insediamenti di coloni dediti soprattutto alla vita agricola e pastorale. Il primo documento in cui si parla di Convicino è del 1091. Dopo un lungo periodo di buio e di silenzio, l'abitato cominciò a rivivere col marchese Matteo III Barresi, che favorì un massiccio afflusso di immigrati e nel 1529 ne cambiò il nome in Barrafranca per indicare le franchigie e le esenzioni concesse. Il ganglio vitale dell'agglomerato urbano era rappresentato dall'ampia piazza Bbatia , dove sorgeva la celeberrima turris Convicini e l'antica chiesa Madre.
A partire dal XVI sec., ubbidendo ad un andamento urbanistico dovuto al mutato clima storico, il paese cominciò ad assumere una planimetria più regolare ed aperta, i cui assi portanti erano rappresentati dal Corso Garibaldi e dal Corso Vittorio Emanuele. Gravemente danneggiata dal tremendo terremoto dell'11 gennaio 1693, Barrafranca seppe rifiorire e ripopolarsi. Di questo periodo sono infatti gli edifici religiosi più rappresentativi.
Agli inizi del XIX secolo a Barrafranca si contano 7000 abitanti e il paese risulta sotto l’intendenza i Caltanissetta. Nel 1844 entra a far parte della diocesi di Piazza Armerina. Nel 1848 è interessata dai moti rivoluzionari antiborbonici. La fine del secolo fu segnata da aspre contese fra fazioni politiche avverse, in cui si inseriscono casi di omicidi politici e di brigantaggio come quelli riconducibili al famigerato brigante Salamone. Il Novecento è segnato da una forte spinta verso l’emigrazione e dalle due guerre mondiali, in particolare la seconda, durante la quale il paese fu violentemente bombardato e per questo insignito della medaglia di bronzo al merito civile. Negli ultimi decenni l'abitato ha registrato un costante aumento demografico ed un notevole sviluppo urbanistico, dovuto anche alle rimesse degli emigrati, e si è arricchita di viali alberati, piazze e zone verdi.
Il paese posto a 447 m. sul livello del mare si estende su di un colle pianeggiante che sta a fulcro di un vasta conca da cui si dipartono numerose vallate, che in passato furono altrettante vie di comunicazione.
L’insediamento urbano si è ingrandito e sviluppato sul preesistente centro abitato della medievale Convicino. Esso insiste, secondo alcuni storici, su preesistenze archeologiche che sono state identificate con la siculo-greca Hibla Galeota e con la romana Calloniana, mansio posta lungo Itinerarium Antonini. Sparsi un po’ il tutto il territorio, infatti, sono stati trovati reperti di varie epoche, che vanno dal neolitico al periodo siculo e a quello greco-romano.
Difficile stabilire la data della fondazione di Convicino, anche perché il nucleo urbano non si costituì in un solo sito, ma era sparso lungo tutto il territorio, in quanto formato da insediamenti di coloni dediti soprattutto alla vita agricola e pastorale. Il primo documento in cui si parla di Convicino è del 1091. Dopo un lungo periodo di buio e di silenzio, l'abitato cominciò a rivivere col marchese Matteo III Barresi, che favorì un massiccio afflusso di immigrati e nel 1529 ne cambiò il nome in Barrafranca per indicare le franchigie e le esenzioni concesse. Il ganglio vitale dell'agglomerato urbano era rappresentato dall'ampia piazza Bbatia , dove sorgeva la celeberrima turris Convicini e l'antica chiesa Madre.
A partire dal XVI sec., ubbidendo ad un andamento urbanistico dovuto al mutato clima storico, il paese cominciò ad assumere una planimetria più regolare ed aperta, i cui assi portanti erano rappresentati dal Corso Garibaldi e dal Corso Vittorio Emanuele. Gravemente danneggiata dal tremendo terremoto dell'11 gennaio 1693, Barrafranca seppe rifiorire e ripopolarsi. Di questo periodo sono infatti gli edifici religiosi più rappresentativi.
Agli inizi del XIX secolo a Barrafranca si contano 7000 abitanti e il paese risulta sotto l’intendenza i Caltanissetta. Nel 1844 entra a far parte della diocesi di Piazza Armerina. Nel 1848 è interessata dai moti rivoluzionari antiborbonici. La fine del secolo fu segnata da aspre contese fra fazioni politiche avverse, in cui si inseriscono casi di omicidi politici e di brigantaggio come quelli riconducibili al famigerato brigante Salamone. Il Novecento è segnato da una forte spinta verso l’emigrazione e dalle due guerre mondiali, in particolare la seconda, durante la quale il paese fu violentemente bombardato e per questo insignito della medaglia di bronzo al merito civile. Negli ultimi decenni l'abitato ha registrato un costante aumento demografico ed un notevole sviluppo urbanistico, dovuto anche alle rimesse degli emigrati, e si è arricchita di viali alberati, piazze e zone verdi.